Nelle terre selvagge

Un finale sicuramente inatteso è sicuramente quello che resta di più, in mezzo tanta avventura alternata a solitudine, riflessioni, un ottimo screenplay ed una colonna sonora impregnata di semplicità  e lavorata ad arte da Eddie Vedder (voce intensa e baritonale dei Pearl Jam).
Un film difficile da recensire, che più di tanti altri permette una critica soggettiva, ognuno quindi dovrebbe vederlo e sono sicuro uscirebbero pareri discordanti e diversi.
Tecnicamente parlando il film si divide in quattro capitoli che seguono il viaggio di questo ragazzo molto sui generis e ci si riscopre al fianco di un moderno anti-eroe decadente alla ricerca della sua dimensione post-adolescenziale troppo salda su valori traballanti come l’ottima carriera scolastica e la poco approfondita libertà , affogata ed ingabbiata da una società  che pensa troppo alla facciata come la bella macchina ed i soldi (che rendono prudendi le persone, come egli stesso afferma).
Un film che consiglio ma del quale non mi assumo responsabilità  sull’effetto. Forse troppo approfondita la sua analisi a svantaggio di personaggi secondari accennati, schizzati solo sulla tela globale del film, scelta anche questa interpretabile tranquillamente come voluta.
In alcune sequenze lento, vanta però nel complesso una sua linearità  se se ne considera la durata totale.

Personalmente dò tranquillamente un pollicione alto a musiche ed alcune scelte di sovrapposizioni flashback/flashforward che mi hanno ricordato tantissimo 21 grammi.. sarà  che anche allora c’era Sean Penn anche se non dietro la macchina da presa?

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