Mi ero ripromesso di non farlo ed invece…

Forse scriverne mi aiuterà a farmene una ragione ed andare avanti 😀

Sei anni, sei stagioni e tanto materiale, molto salvato, troppo buttato e tanto risvegliato. Peccato forse che in una maniera troppo confusionaria per molti, peccato aver nascosto troppo bene quello che era il filone portante, la vera chiave di lettura. Peccato, ma anche no!

Tanto di cappello al Mastro J ed i due Tessitori. Infiniti – troppo infiniti – che sono riusciti – perché ha funzionato, è innegabile – a fare quello che tante altre serie tv hanno fallito: lo spettatore al centro, partecipe. Ma non banalmente alla web 2.0 come reali contributori o contribuenti in trame, ascolti e merchandising ma alla vecchia maniera, quella di un libro che ti avvolge e ti lascia completare quei particolari che sembrano insignificanti ma che di fatto ne costituiscono la vera magia, la quinta essenza.

Riferimenti, rimandi continui a culture orientali, filosofia, scienza e chi più ne metta. Solo che ad un certo punto si è raggiunto come un punto di saturazione, uno stallo. Ed ecco allora i vari John Lennon e Gengis Khan, buchi di copione, incongruenze a cercare di seguire il tutto come se sempre si inciampasse in qualcosa.

Non posso andare oltre perché non voglio rovinare la sorpresa del finale a chi legge e ancora deve concludere la sua visione. Se solo mi permettete un consiglio di lettura visione evitate di essere ipercritici ma cercate di seguire molto i dialoghi, le singole frasi, che molto è nascosto e neanche tanto velatamente, è solo che noi siamo troppo abituati ad una tv che non ci considera intelligenti ma stupide scimmie urlatrici abituate ad avere la pappa pronta e senza pensare che spesso quello che conta è andare avanti oltre.

Quello che devo a lost in questi anni è stato proprio il permettermi di approfondire certe tematiche, molti temi importanti, in una maniera soft ma al tempo stesso profonda, senza quei banalismi della tv alla quale più che abituati siamo assuefatti.

Le chiacchiere, lo scambio di idee, il confronto rendono la nostra vita ogni giorno meno piatta; la scelta, le decisioni, giuste o sbagliate che siano aggiungono un punto sulla scacchiera contro la morte.

Detto questo saluto tutti i compagni di viaggio di quest’altra piccola avventura e mi congedo con una piccola teoria – che come tutte le altre può sembrare banale – che avevo già inserito come easter egg nella mia tesi (scritta l’estate scorsa, ben prima di oggi) che in questa stagione ha avuto un minimo di convalida: il vero nome di Smokey o MIB o uomo nero che sia potrebbe essere Esaù