Luntano – inizia calmo, l’album, non abbiamo fretta di ascoltarlo, ci sediamo per lasciarci cullare dalle note della chitarra che ci introduce Francesco che quasi disinvoltamente ci racconta una storia come si fa con chi ha voglia di lasciarsi stregare dalle parole e dalle visioni che suscitano… chelle che cerc’ nun se sa, ma pò fernì, me sbattene ‘e dènt’

l’Alba – per la seconda traccia la scelta è di inserire direttamente la voce di Di Bella con la tecnica già  usata in passato di alternarla o sovrapporla a singoli accordi e riff di chitarra elettrica che poi diventano arpeggi dalla seconda strofa. Nel bridge/ritornello si inseriscono batteria e pianoforte. Quest’ultimo segue il cantato con il basso all’inizio della seconda strofa per poi ridare spazio alla chitarra di Beppe… c’è spazio tra il secondo ritornello e la strofa finale per un mini assolo acustico per poi tornare con la voce di Francesco e una chitarra elettrica molto decisa e il ritornello finale con controvoce di Francesco stesso e un’ultimo pezzo di chitarra eletrica.. si cercasse int’ ‘a nata città  / na canzone ca nun trove chiù / me perdesse a chiù bell / perché ca ce stai tu

Avere una vita d’avanti – è il brano che hanno scelto come primo singolo, forse la presenza dell’ex-Tiromancino, forse per la ricercatezza dei testi, quasi nostalgicamente battistiani – i testi, la musica è puro 24grana d.o.c. style – se Di Bella ha dichiarato che i testi non sono autobiografici ma legati a storie che lui stesso ha filtrato, questa traccia in parte smentisce e lascia vedere una riflessione più generale sulla vita e sui valori semplici e costantila vita è così / si alza al mattino / e si abbassa la sera

Carcere – iniziano le percussioni e poi Francesco che con crudezza ci presenta la situazione in un misto musicale tra il Gattone e canzone su un detenuto politico – loro vecchi brani – ma il resto è tutta una novità , la chitarra che crea l’atmosfera adeguata, tra assoli di note, accordi ad effetto e piccoli riff dove rafforzare l’efficacia di un canto che racconta una storia “reale”, raccontata, ma che dico poemata come un classico imperdibile di cui non voglio rovinarvi nulla, tutto da sentire.. dicette a me stesse si sai cuntà , ca coccose saddà  fa

Accireme – su questa invece non voglio esprimermi proprio, anzi un pochetto: semplice, diretta e salutare. Sicuramente la kevlar di quest’album: quella da cantare abbracciati ai concerti, in spiaggia, soli nella stanza… stive luntane e te guardave / cammenave e nun parlave / dicive e nun dicive / je parlave e nun capive

Smania ‘e cagna – è Beppe a far parlare la chitarra all’inizio del brano in un continuum con Francesco, in un’alternanza che sembra fare un unico discorso e nel quale con grande effetto si inserisce la voce di Marina Rei che sembra di creare un gioco tra lui, lei e la chitarra, che impressiona nel seguire il discorso e nel poi staccarsi al centro in un assolo fatto anche quello quasi di parole… sto parlanne sole je / stise ngopp’ ‘a l’evere / chi ho sà ? / che me cagnarrà 

Lacreme – basso e chitarra reggono il gioco di una voce veloce e riflessiva che ci introduce lo stato emotivo in un crescente che porta ad un ritornello inatteso che dà  sfogo al cantato, imprigionato prima nella ritmica del verso… c’è spazio anche per una sezione acustica che localizza anche nel testo la napoli e la sua influenza probabile nella situazione.. a chiudere è poi la chitarra in un finire sospesoca pure si torne n’amiche / nun se fa sentì

Verità  – seconda traccia italiana del brano che forse per la maggiore comprensibilità  arriva ancora più diretta. Ancora una volta iniziano Beppe e Francesco per poi far inserire la sezione ritmica di basso e batteria. Una traccia riflessiva, in alcuni punti nuda, nel finale sembra cambiare registro, non solo musicalmente ma anche nel messaggio positivo, intimistico, quasi a far mutare la situazione presentata all’inizio.. nel vuoto che c’è / rispondi con più / sincerità  […] che le verità  / sono dentro di noi

Sbaglie ‘e parole – un accompagnamento molto frizzante, acustico, ideale per la franchezza dei testi e per creare un’atmosfera sospesa che per il sound, non certo per ritmo e schiettezza, ricorda vagamente la out of time che fu dei Blur o accompagnamenti da tastiera stile radiohead rivitalizzati. Inizialmente non deciso nel giudizio, adesso, riascoltata una seconda volta molto apprezzata nel salutare un album decisamente dal pollice in sute purtasse cu l’occhie ‘e l’ammore / ngoppa ‘a luna pè dicere cà  / stamme sule / oggi, dimane chi ‘o sà 

Sentito solo due volte, volevo darvi le mie impressioni, lasciarle ai posteri semmai.. Se un pò vi fidate di me.. ascoltateli.. questo, i vecchi. So che tanto alla fine anke se mi dite che non so genere vostro, come avete fatto co loro e con altri miei suggerimenti alla fine anche se siete orgogliosi ve li sentite soli soletti nelel vostre stanze, finite poi per canticchiarli e a volte dopo anni mi date ragione 😀

Uscito il 31/01, ad oggi ho avuto il piacere di sentire il solo unico singolo rilasciato a tutt’oggi: avere una vita davanti [può metterci un pò a caricarsi] (con Riccardo Sinigallia (ex) dei Tiromancino).

Il nuovo lavoro dei quattro partenopei è da vedere in un ottica di progetto più che di banale produzione musicale. Nasce infatti gemellato con una graphic novel (illustrata da Roberto Amoroso) e con la collaborazione di numerosi artisti.

Proprio sugli artisti mi soffermerei un attimo. Marina Rei aveva già  omaggiato del suo talento di percussionista (eredità  del papà ), adesso oltre a cantare con i 24 fa scendere il campo il compagno Daniele Sinigallia alla produzione artistica ed il cognato Riccardo Sinigallia ex-Tiromancino.

Recensioni lette in giro raccontano di questo nuovo lavoro di un Di Bella interessato a fungere più da filtro alle vibrazioni circostanti che mettere alla penna la sue storie, a vantaggio di storie e personaggi esterni al suo ego, quindi, ma sempre impregnate di atmosfere a noi note e conosciute.

Alla chitarra c’è sempre Beppe con i suoi giri dolci e riff taglienti – almeno per quello che riguarda il singolo. Per il resto dell’album c’è da aspettare che ne venga in possesso o riesca a scovare qualche loro esibizione…

Ultima nota, deludente, salvo nuove date, li vedremo in patria napoletana solo dopo maggio a quanto pare 🙁 speriamo smentite 😀

Sarà  che così vorrei passare il natale quest’anno, sarà  che a volte le note fanno l’atmosfera, in ogni caso, a voi un piccolo omaggio, anzi due:

versione rock

versione soft

è proprio il caso di dire che in casa Depardieu tutte le ciambelle nascono col buco 😐

Non solo in campo cinematografico, infatti, ma anche in campo musicale Julie Depardieu – la figlia del grande Gerardo – ha stoffa.. qui in un remake di born to be alive


are you gonna be my girl –
Sicuramente la maggior parte di voi li avrà  conosciuti con questo pezzo molto forte.. un video d’impatto e molto originale

shine on – Sonorità Oasis per questa ballad dedicata al padre dei due fratelli del gruppo, venuto a mancare durante la registrazione dell’album omonimo

Put your money where your mouth isAccusati di aver plagato/essersi ispirati a praticamente un terzo del panorama rock dagli anni 70 ad oggi non gli si potrà  imputare ache questo titolo nella lista vista la sua dannata originalità

Look what you’ve doneSebbene proprio questo brano sia al centro di infinite polemiche riguardo stralci di testo scopiazzati ed accordi riarrangati, resta per me uno dei loro pezzi migliori..

diciamo ke più del solito farvi fare un giro di musica dedico a me un tuffo nel passato liceale con qualche brano vecchiotto:

Secretly – brano ke per me è significato molto.. ci vedo tanto in questo video ke va a braccetto con una canzone del genere.. c’è molta complicità .. allo stesso tempo c’è tristezza.. significati nascosti.. c’è sesso misto alla consapevolezza della sua natura peccaminosa.. c’è una voce che si ferma nei momenti giusti ed un assolo tutto da lacrimare.. bello bello bello

Lately – come non definire spassoso questo video.. una critica alla società .. uno scoprire gli altarini un non vergognarsi della propria natura… occhi attenti ditemi na cosa.. vi ricorda qualcosa lo stile usato nella deformazione dei volti nel cercare espressioni non propriamente naturali io dico ke mi ricordano ben due video.. vediamo ki è abbastanza attento..

Hedonism – E’ ancora voglia di lasciarsi andare.. di farsi cullare dalle note ed attaccare poi con una voce incazzata.. è skin signori…

Purple – pare ke non sempre le sperimentazioni in solitaria diano risultati eccessivamente malvagi.. toni sicuramente + introspettivi e meno aggerssivi per l’avventura solista di Skin

in questo periodo ho riesumato un vecchio cd.. e le lacrime i brividi e le emozioni soffuse per questo gruppo si sprecano..

ne voglio fare un piccolo omaggio a quei quattro scapestrati ke io chiamo amici.. a quelli ke con me si so fatti qualche concerto di sti tizi e ke quando c’è kevlar si abbracciano come dei fessi per cantarla stonando..

kanzone su londra – su mtv la mettevano di notte.. e io facevo notte aspettandola… angoscia inquietudine motivetto da brividi.. il punto di incontro tra me e loro..

canzone doce – una canzone ke io amo molto.. forse perchè credo mi rappresenti molto.. alcune espressioni nostrane hanno la capacità  di fotografare condizioni emotive e buttarle fuori in una maniera terribilmente forte.. grande Francè

cant pe nun suffrì – ancora una volta soffermatevi sulle parole.. le frasi.. una capacità  di sintesi impressionante.. e l’orsetto ke vuol farla finita.. brividi.. atmosfere alla otherside e la solita chitarra di Beppe ke prende un nervo vicino la colonna spinale e non lo molla fino alla fine dell’assolo per dar spazio alla strofa…

Lu cardille – recuperare un testo del 1849 per creare questo splendore… davvero capaci.. Lu Cardillo senza parole davvero

Ragazzacci, ragazzini, adulti e vaccinati.. so cresciuti dai tempi in cui erano na semplice boyband, affermandosi nel panorama italiano come un gruppo rock e profondo sopra la media sicuramente

Boyband – tormentone d’esordio per il gruppo..

funzioni primarie – inquietante, paranoico, tagliente.. qui qualcuno come il sottoscritto ha iniziato a pensare ke facessero sul serio

dovevo dirti molte cose – semplice, profonda e diretta.. la mia preferita.. 😀

una settimana, un giorno – di lui e della sua armonica a bocca sapevamo.. ma qui le voci si fondono, giocano e si divertono ed anke il video è in puro stile crudo e completo 😐

Amore a prima vista, così è stato per i phonics, li ho amati, sudati, suonati, copiati, incollati. Un repertorio musicale ke mi coinvolge e sconquassa, che mi prende e mi sbatacchia.. bravi,bravi,bravi

semplice e diretta, arriva dove la vuoi fare arrivare

probabilmente la più nota dopo have a nice day

l’idea dell’amore fisico e del sesso come magia etrasporto. Ai primi posti della mia top!

disarmante, estiva, decisa e fatta con amore

sin dal titolo chiariscono l’intento del ricordo e della rivisitazione simbolica nel ricordare una more oramai finito. STUPENDA

i beatles la suonarono in una dei + bei live persino sul tetto di un palazzo, ma questa cover è davvero da brividi. STRAPPALACRIME

un pò di me.. il poco italiano che gradisco miscelato alle note..

a fior di pelle – a cavallo tra melodie che ricordano lontane reminescenze dei primi litfiba, testi modugnani e un briciolo di scenografia by depeche mode

infinità – sempre e cmq una ricerca leziosa di testi che si leghino al continuum della conoscenza assoluta

notando nell’aria – orgasmica esaltazione di stati emotivi legati da quella sottile trama dell’amore inconscio

la canzone che scrivo per te – mai una catena lontana dal sadomaso maggiore amore e passione mosse in qualcuno che si sia ritenuto almeno per una volta… vivo…

una interpretazione sempre emozionante di questi tre prodigi della musica. Scritta da Enzo Gragnaniello e solitamente interpretata con questa formazione di grandi artisti: Roberto Murolo, Enzo Gragnaniello e Mia Martini.

Dei tre solo mia martini non ho avuto il piacere di conoscere.

Quando incontrai Gragnaniello ero un tenerissimo virgultino di na decina d’anni e facevo cabaret e piccoli monologhi negli spettacoli per l’agop e quando mi vide dietro le quinte dp n’esibizione mi disse: “ma ‘o sai ca sì brav, guagliò!”

Murolo l’ho incontrato diverse volte perché veniva a vedere i nostri spettacoli e nelle rare occasioni ke scambiavamo due parole ripeteva sempre: “stu guaglione tene ‘na faccia troppo simpatica!”

Bei ricordi e visto che sono incappato grazie a patemo in tali ricordi vi lascio emozionare un poco con della musica di vera classe:

non potevo non inserire nelle mie playlist un piccolo tributo a due persone ke mi hanno terribilmente riavvicinato al ritmo della classica e sono state mie fonti preziosissime per un periodo in cui ero carente in quanto ad ispirazione, quattro pezzi, difficilissimi per me da selezionare, ho inserito due cover invece che l’usuale unica cover xkè queste due so storiche a mio modesto avviso:

Diablo Rojo

Tamacun

wish u where here

starway to heaven