Sono quelle piccole cose che ti semplificano la vita di tutti i giorni e ti fanno sentire a casa anche in ufficio o tra i banchi dell’uni 😉

L’obiettivo: mantenere sincronizzate le varie copie di chrome (sopratutto i segnalibri!!) su diverse macchine, ad esempio il pc di casa ed il portatile che ci portiamo sempre dietro.

La soluzione: attivare la sincronizzazione di chrome, sfruttando un google account.

  1. se non ne abbiamo uno creaiamo un google account, torna sempre utile nella vita.
  2. avviamo chrome con l’opzione –enable-sync (basta aggiungere –enable-sync alla fine del collegamento che usiamo per avviare chrome)
  3. in opzioni->impostazioni personali compare la nuova voce
  4. attiviamo la sincronizzazione ed inseriamo i dati del nostro google account
  5. ripetiamo i passi 2,3 e 4 per tutti i pc dove vogliamo sincronizzare i dati dei nostri browser chrome!

😀

il logo di facebook
il logo di facebook

La riflessione è concepita e partorita dall’unione di altre due (come nella maggior parte dei casi). Da un lato il panico di molti ieri causa blackout “per un pò” del social network in oggetto, dall’altro la presenza nelle statistiche di un mio progetto di facebook stesso come referente. E’ sulla seconda che mi sono concentrato maggiormente, non avendo mai inserito link di alcun genere sul social network per pubblicizzare il progetto.

Le conclusioni/versioni alle quali sono giunto sono essenzialmente tre:

  1. Soffro di vuoti di memoria.. un giorno mi ricorderò di avere creato un gruppo in merito.
  2. Semplicemente il social network, nella figura di suoi utenti (utenti del mio progetto), ha spontaneamente creato una sorta di effetto virale da portarmi oltre 700 accessi a gràtis 😀
  3. La più inquietante. Il sistema di statistiche semplicemente recupera l’ultimo indirizzo utile prima dell’accesso al sistema: dramma! La gente o legge la posta o usa facebook -.-‘

Quale che sia la risposta corretta.. facebook regna.. a quanto pare, d’oh!

Molti conosceranno il Captcha, uno dei pochissimi casi in cui sapere cosa significa il termine non aiuta a focalizzarne il contenuto:

completely automated public Turing test to tell computers and humans apart

Un servizio che tutti focalizziamo meglio così:

Un meccanismo efficace (fino all’avvento degli indiani [gli abitanti dell’India non i pellerossa..]) che permette di distinguere se dietro alla tastiera c’è un essere umano o se è un bot  a cercare di eseguire la transazione.

Ma la cosa che ha sempre attirato la mia attenzione sono i reCaptcha:

Che è il caso di dire è l’unire l’utile al dilettevole per antonomasia. Il meccanismo è semplice e (sembra) efficace: oltre a fungere da captcha, il sistema sfruttando l’ignaro umano alla tastiera propone due termini scannerizzati da libri, proponendo un termine sicuro corretto ed uno di cui si sta tentando la digitalizzazione in quella zona grigia dei classici ocr. Se il termine corretto è correttamente riconosciuto da chi è alla tastiera si presuppone abbia riconosciuto come corretto anche il termine non correttamente riconosciuto dall’ocr.

Insomma un “aiutati che Dio ti aiuta” basato su bit 😀

Wikipedia definisce così i dns:

Domain Name System (spesso indicato con DNS) è un sistema utilizzato per la risoluzione di nomi di host in indirizzi IP e viceversa. Il servizio è realizzato tramite un database distribuito, costituito dai server DNS.

In spiccioli un dns non è altro che l’elenco telefonico della rete.. digitiamo nella barra degli indirizzi il sito che vogliamo raggiungere (l’equivalente dell’utenza telefonica) ed i dns recuperano l’indirizzo ip (l’equivalente del numero di telefono) necessario per l’instradamento a livello rete.

I dns vengono – di norma – automaticamente assegnati dall’isp, ma può tornare utile conoscerne alcuni affidabili per le emergenze o come scelta alternativa.

Google Public DNS

  • 8.8.8.8
  • 8.8.4.4

OpenDNS

  • 208.67.222.222
  • 208.67.220.220