.. and i feeling good

[ho voluto scrivere questo testo per potere dare una dimensione a quello che ho dentro spesso forma non ha, chiarire e portare fuori quello che dentro cerca spazio e rivendica diritti di un’esistenza concreta e tangibile]

Questo che scrive è un vero stronzo… dentro deve averci davvero i problemi… altro che forme immateriali, questo deve essersi sparato in corpo qualcosa peggio di me..

Risulterebbe difficile pensare a cocktail peggiori di quella sera, Jordan era stato al bar sotto casa, si era ubriacato con la solita compagnia di una birra, due vodke alla pesca – le sue preferite – e qualche altra roba spacca stomaco.. uscito dal locale, non contento del calore offerto gentilmente dall’alcool aveva pensato bene di finire di scaldarsi dalla tizia del piano di sotto, la sua fan.. Una studentessa qualche anno più giovane di lui, se vogliamo chiamare differenza d’età  quella che passa tra i 21 ed i 25 anni.. Una ragazza ok, tutto studio e nessun vizio.. se non uno forse, che quelli puritani chiamano peccato.

[Tutto è iniziato con una coincidenza si direbbe, una fortunatissima coincidenza, anche se a me piace paragonarla al paradosso della farfalla che batte le ali a Tokio per le conseguenze di portata (meravigliosamente, direi) maestosa che avrebbe avuto poi nella mia vita]

Ma come si fa a leggere una merda simile, solo un mentecatto frocio leggerebbe queste fantacheccherie da mondo perfetto. Sono solo le illusioni di un povero disgraziato che non sa che cosa vuol dire vivere davvero, in questa merda, dove la mette la solitudine la desolazione, il nulla che qui c’è tutto intorno..

Mary, questo è il nome della ragazza del piano di sotto, aveva come unico vizio, peccaminoso vizio proprio Jordan.. Ne avvertiva l’odore, la presenza, ne era come stregata.. la pecorella innamorata del lupo cattivo.. Le volte sentiva il portone sbattere ed i suoi passi svelti che mangiavano le scale.. ovunque fosse nella sua piccola casa la pecorella Mary iniziava a correre a perdifiato fino alla porta… vi poggiava la schiena, aspettava di avvertirlo dietro la porta, era solo un attimo prima che inforcasse l’ultima rampa, ma lei avvertiva un brivido dietro la schiena, poi sentiva la porta chiudersi.. il rumore delle chiavi sul tavolino in vetro.. oramai distingueva addirittura il jeans e la cinta che toccavano terra e poi lui iniziava.. Imbracciava la sua fedele Fender e incominciava a fare quello per cui era nato, suonare la chitarra come il sangue scorre nelle vene.. Lei senza nemmeno farci più caso finiva puntualmente per chiudere gli occhi e tirarsi il labbro inferiore fino al punto di farlo sanguirare, seguendo con i movimenti del corpo le corde sotto le dita di Jordan, le braccia contorte contro lo stomaco, le mani che prima con remore titubante, poi decise si insinuano sotto quegli slip con piccoli cuoricini disegnati sopra.. Beh, questo è il suo piccolo peccato, ma solo noi lo sappiamo e nessuno la giudicherà  mai per questo..

[E’ singolare infatti come possa essere possibile che una farfalla grande come un aereo decida di non battere più le ali e qui da me accendersi una bellissima giornata di sole, mentre inforco i miei occhiali ed accendo il motore della mia Harley. Sembra singolare ma intanto è successo, spesso chiudo gli occhi e immagino i meccanici di quel gigante del cielo mentre un piccolo bruco attraversa la strada al boeing in aria di sfida “io un giorno volerò, ma sti tizi saranno in grado di risollevare te in aria???”]

Ma che cazzo di prefazione sarebbe questa, quanto amore, quanta sicurezza di quello che è bello e dove la poggia questo? Crede di poter controllare il mondo con le sue parole di speranza, fiducia, ma cosa crede che cambierà  nel mondo un cazzo, un fottuto cazzo, ecco..

Si diceva di quella sera.. beh Jordan, come oramai era solito fare da un pò, aveva finto di bussare alla porta sbagliata e lei come al solito aveva finto di crederci.. A lui non importava perchè succedesse, se per l’ingenuità  di quella ragazza o perchè ci stava e lo voleva lei per prima, fatto sta che come tutte le altre volte dopo due minuti erano nella sua cucina, piena di collezioni di tazzine, di ordine e di cianfrusaglie, dopo dieci erano nella sua camera da letto piena di pupazzi, di foto ma anche di tanta solitudine e dopo mezz’ora erano a terra stremati e sudati di un sesso selvaggio e meccanico. La prima volta topolino aveva dovuto chiudere gli occhi per quella violenza alla quale non era abituato, ma oramai lui, come anche winnie pooh e la renna di natale ci avevano fatto l’abitudine.

[Ho conosciuto Fanny grazie a quel battito d’ali mancato, è grazie a quello che lei è rimasta all’aereoporto e io ci sono stato spedito in sella alla mia moto per lo strano caso dell’avaria e del mancato servizio da parte dell’agenzia. Una coincidenza, una mera coincidenza o un prodotto di un caos straordinariamente puntuale e deciso]

Ma sentitelo, ci mancava solo che Cristo in persona scendesse e dicesse “figliolo questo è il mio paradiso.. toh.. te lo regalo.. te lo meriti proprio”.. che cazzo ha fatto questo per meritarselo se l’è chiesto? Come se l’è guadagnato? Cosa ha fatto di straordinario per scrivere un fottuto libro sulla felicità , gli incontri, il volersi bene.. sembra un cazzo di prete col sorriso stampato di fabbrica, ma che merda..

Quella sera avevano finito prima, l’alcool aveva fatto la sua parte e lui, come al solito, senza nemmeno guardarla, si era preso i suoi vestiti sparsi nella stanza e senza nemmeno girarsi aveva guadagnato la porta d’uscita, mormorando so la strada o qualcosa del genere. Lei ferma a terra, ancora scossa dall’atto, si era accovacciata e lentamente tirata su gli slippini, poi aveva guadagnato il letto ed abbracciato topolino. Lui aveva avvertito l’impatto del freddo della larga tromba delle scale sul petto nudo e sudato, aveva incrociato una vecchina sulla sua rampa che col marito cercavano di indovinare il buco della serratura, di ritorno dalla festa della nipotina.. Un “ma fottetevi” gli parve il giusto saluto di ritorno al loro ” ‘sera giovanotto”.. non aspettò una risposta da quei due, nè dal resto del mondò… Salì, rincasò, buttò a terra le chiavi ed i panni, corse in bagno per cercare di arginare la sua situazione fisica, sperando ke il piscio gli avrebbe levato l’alcool di dosso per farlo ragionare, ma non vi fu modo.. iniziò a vomitare, a vomitare anke l’anima.. fino a non averne nemmeno più una.. stanco cadde a terra e tutto quello che riusciva a vedere era il suo stomaco ed il pantalone tirato su alla meglio.. Era confuso, insoddisfatto ma essenzialmente incazzato nero.. Con le ultime forze espresse un ultimo desiderio e lo mise in atto.. Andò alla libreria, ne prese un libro, accese lo stereo con la sua playlist e tornò in bagno, barcollando, aprì un’anta del mobiletto, facendo cadere tutto l’interno, imprecò, iniziò a scartare a terra tra i barattoli, quelli di cui aveva bisogno, dp un paio di pasticche, finalmente trovò quello che cercava, i francobolli di LSD.. ne prese un paio e sedette appoggiato alla parete sotto il lavandino.. dall’altra stanza arrivavano le note di foo fighters, dire straits, red hot, muse, counting crows, led zeppelin, pink floyd.. era una playlist studiata proprio per quelle situazioni, per interagire con l’LSD, non durava tutto il tempo ma dava il meglio di se dopo tre quarti d’ora quando l’LSD iniziava a produrre i primi effetti allucinogeni..

[Quando la prima volta ho incrociato il suo sguardo è stato un attimo.. poi come d’incanto il mondo è diventato in bianco e nero e l’unico colore visibile ai miei occhi era quello dei suoi…]

Jordan non aggiunse altro, smise di leggere ed il libro scivolò tra le sue gambe divaricate, lasciando in alto la sua copertina con il nome Jordan Moore stampato in bella vista ed il suo sorriso che lo imortalava in un originale specchio amorfo alla caccia del ghigno distorto nell’altro.. Jordan chiuse gli occhi ed iniziò a fissare il suo braccio, gli infiniti segni di tentativi di passare a miglior vita, poi il soffitto in attesa dell’arrivo dell’amica LSD, del suo trip; spesso pensava all’originale nome dato alla segale colpita dal parassita ergot dal quale si ottiene l’LSD, la chiamano segalae cornuta.. quando l’aveva saputo aveva ritenuto inopportuno il termine xkè vedeva l’LSD come una dolce amante non come una moglie infedele.. Sotto Matt inizia a stridere col suo Time is Running out.. impassibile, Jordan riflette:

gia

Jordan assumeva LSD, glielo avevano prescritto, già , proprio così.. il suo medico lo aveva salvato così, era un suo fan, non avrebbe mai permesso che il suo genio fosse posseduto dalla morfina o dall’eroina e così preferì curarlo con l’LSD, già , proprio così, curarlo..

mi manchi

Fanny era morta in un incidente stradale.. il giorno della pubblicazione del libro (con annesso) album Butterfly&Hurricane.. Il caso volle che lui quel successo mondiale dovuto a quell’amore ke aveva dato vita ad un morto, a quella gioia di vivere, a tutti quei sani motivi e principi che animavano il libro e quelle note dolci che accompagnavano l’album non se lo potè mai godere.. perchè quel giorno, quel Jordan morì e l’obiettivo era di eliminare anche l’involucro..

eccomi

l’LSD lo aveva salvato ed anke il professor Gillian che aveva preso in cura Jordan per dedizione alla passione per l’uomo che nascondeva quel fisico debilitato che aveva incontrato per la prima volta tre anni prima.. Insomma un cammino nell’ignoto alla caccia del Jordan che non c’era e di quel mondo che lo aveva salvato prima e condannato poi.. Il lavoro più difficile era riuscire a canalizzare le esperienze emotive per rendere possibile il recupero graduale del passato e la stabilizzazione di un equilibrio definitivo.

Alla fine LSD arriva.. Jordan era informatissimo sui ritorni d’acido ed i bad trip.. ma ne valeva la pena, non lo spaventavano i dolori, i crampi, le tensioni muscolari a cui andava soggetto, tutto quello che voleva era l’ego loss, la perdita dell’io ed in quel limbo il ritrovarsi in quell’io che lui più non era.

Alla fine LSD arriva.. il passaggio è morbido, ma ad un certo punto è come fare un piccolo salto ed è fatto… in quelle mille allucinazioni e nella vista offuscata e psichedelica d’un tratto.. gli ultimi ricordi di Jordan furono un laconico ed affranto Matt che quasi incredulo, gli rimandava beffardo un..

.. and i feeling good


Commenti

3 risposte a “.. and i feeling good”

  1. A dir la veritò  colpisce.
    Scritto bene.
    E te lo dico non proprio da profano.
    Certo sotto un trip di LSD non possono mancare i top del genere.. i Pink..
    Cmq belle righe.. continua che sei capace.
    Unico consiglio tieni sempre dritto davanti a te la cosa che vuoi dire, il tuo obiettivo deve starti sempre focalizzato davanti agli occhi dietro le descrizioni e le interpunzioni.
    Ciò  bell.

  2. come cacchio ho fatto a scordarmeli.. prontamente aggiunti.. 😀

  3. Sarò  un gran lavoro

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