quel libro incustodito

Anche quel Natale eravamo tutti nel tepore e raccolti intorno alla nonna, avvolti nelle coperte e scaldati dai nostri stessi corpi. Per quanto i nostri genitori si sforzassero a fingere e continuare in quella sceneggiata, sapevamo benissimo, anche se la somma delle nostre età  non superava il mezzo secolo, che quella facciata di amore e felicità  nascondeva incomprensioni e scoraggianti realtà . Ciò nonostante apprezzammo con il tempo il tentativo di dare a noi la possibilità  di imparare dai loro stessi errori, di evitare che gli sbagli si ripetessero nel tempo, ritornassero come i fantasmi di un passato incancellabile.. Insomma, anche se tra i nostri genitori non scorreva sempre buon sangue, anche se fraterno, loro erano sempre dell’idea che passare le feste insieme fosse un buon modo per farci crescere decentemente, ignorando tutti i problemi, come fossimo cechi..

Fatto sta che ogni Natale eravamo sempre lì attorno alla nonna ad ascoltare le storie che era solita raccontare, fu così anche quel Natale. Come sempre, caricava di trasporto ed emozione ogni singola parola, era bello seguire quelle sue parole chiudendo gli occhi e immaginando i paesaggi incantati, gli elfi, le renne, tutti quei doni, quella gioia, quell’amore inimmaginabile per la vita.

La magia si interrompeva quando la nonna, stremata dallo sforzo di ore di fiumi di racconti, recitava il finale con un briciolo di tristezza, con lo sguardo di chi passa il testimone a chi giunge dopo di sé, e passando la mano sull’enorme librone di favole che mai una volta vedemmo aprirgli, ci fissava uno ad uno, ci amava e con quelle braccia sempre troppo piccole si sforzava a raccoglierci sul suo grembo. Cinque bambini che come ipnotizzati scalano sul divano, composti, e si accovacciano come i cuccioli e la gatta, teneri, indimenticabili attimi che mai dimenticheremo. Una ninna nanna senza note chiamata amore ci avvolgeva e ci addormentava. Aspettavamo quel momento tutto un anno con gli occhi di chi è troppo amato e tutta una notte su quel tappeto con il cuore in mano di chi troppo ama.

Quella indimenticabile notte accade però qualcosa di improvviso ed inaspettato…

Oh oh oh.. Buon NATALE, bambini!

La voce proveniva da fuori, oltre le montagne. Guardammo la nonna, dormiva e sorrideva, come se fosse lei a tessere le tele di quell’ennesima storia meravigliosa, quella delle nostre anime. Tutti sentimmo dentro di noi una voce che ci spinse ad attaccarci alle finestre. Le nostre mani si schiacciarono ai vetri come i nostri volti. Ancora una volta quella voce: “non abbiate paura, andate, non lasciate un vetro freddo tra voi ed il mondo, mai, sognate e amate, come io ho amato voi con tutta me stessa”, la nonna dormiva, credemmo.

Increduli uscimmo fuori, al freddo di quel Dicembre, e lo vedemmo allontanarsi. Fu questione di un attimo, poi corremmo, corremmo a perdi fiato, prima sotto l’enorme coperta poi liberi, mano nella mano fin sopra la collina di neve, nella quale affondavano i nostri piedi nudi, fuori dai pigiami colorati. Fu allora che ci fermammo e lo guardammo passare davanti alla luna. Il gesto più semplice fu salutarlo con la mano.

Rientrammo dopo poco, quando realizzammo che forse quel freddo non era sopportabile in eterno. Eravamo pieni di gioia quando rincasammo e ritornammo sotto la coperta. Sul divano la nonna non c’era più. Non eravamo tristi, stranamente, lo ritenemmo quasi naturale. Era rimasto solo il librone, curiosi, lo sfogliammo per molto tempo e con sorpresa ci rendemmo conto che in quel libro non c’era traccia di quelle storie e di quei mondi, ma che forse furono solo frutto di una povera sognatrice. Ci sembrò di sentire l’odore dei biscotti, ci credemmo e ci girammo ed era lì sull’uscio con il vassoio in mano. Ci attaccammo alle sue gambe con tutta la forza che avevamo e rimanemmo così, intorno alla donna che ci aveva insegnato a vivere.

A distanza di anni amiamo vederci disinteressatamente, mangiare insieme, incuranti dei nostri errori e dei nostri sbagli, ma solo per il piacere di amarci.. di ritrovare una parentesi serena in questa vita frenetica nel ricordo di allora.. i nostri bambini giocano insieme sul tappeto e noi con loro.. Adesso sappiamo perché la nonna ci ama tanto.

Spesso ridiamo dei nostri bambini quando, con la nostra stessa curiosità , approfittando della pausa per i biscotti, interrogano con lo sguardo quel libro incustodito…

A Chià , Ciora, Tony e Fabbro per avermi fatto vivere una favola

Con amore, Luca


Commenti

2 risposte a “quel libro incustodito”

  1. ..chissò  quante volte l’ho letta…sempre commossa per la delicatezza delle tue parole..stasera però, queste stesse parole assumono un significato diverso..e sappiamo bene perchè…
    …Grazie a te!

  2. un tuo commento mi lusinga.. sono felice ke il nostro sangue scorra nelle nostre vene forse in maniera più fluida e cristalina.. come lo era allora, da piccoli, su quel tappeto che ci faceva volare con la fantasia della tenera etò ..

    e se vogliamo un pò lo dobbiamo anke Lei..

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